Ingresso: 15,00€
Minori di 30 anni: 8€ (regolamento sconti)
Due giovani e straordinari songwriter svedesi si sfidano sul palco
Ecco due straordinari cantautori svedesi che hanno impressionato il pubblico e la critica durante i loro recenti tour italiani: Basko Believes e Richard Lindgren.
Due voci meravigliose, tanta passione e grandi canzoni per due artisti con molti punti in comune ma anche molto diversi tra loro. Basko Believes è più moderno, i suoi punti di riferimento sono Ryan Adams e Damien Rice. Lindgren è più classico e più vicino a Townes Van Zandt, John Prine, Mary Gauthier. Ci piace immaginare questo concerto come una sfida a singolar tenzone tra i due, armati di chitarra, che culminerà con entrambi gli artisti sul palco a improvvisare insieme un finale incandescente. Il tour è meritoriamente organizzato da IRD International e Pomodori Music.
Questi due songwriter svedesi hanno realmente folgorato il pubblico italiano e sarebbe facile immaginare una carriera di successo per entrambi se fossero cresciuti negli Stati Uniti, dove la loro musica affonda con naturalezza le radici. Forse proprio per questo Basko ha speso tutti i soldi che aveva messo da parte per rincorrere il suo sogno e andare a registrare il suo nuovo disco, Idiot’s Hill a Denton, Texas, affidandosi alla produzione dei Midlake. Una scelta coraggiosa fatta anche di rinunce importanti: i musicisti di una vita con cui erano stati condivisi centinaia di concerti in Scandinavia e il proprio nome anagrafico.
Basko Believes all’anagrafe è Johan Örjansson, con questo nome ha pubblicato diversi dischi tra cui il recentissimo Melancholic Melodies for Broken Times, un disco meraviglioso con linee melodiche potentissime che sembrano uscite dalla penna del Ryan Adams più ispirato, quello dei tempi di Gold. Anche la voce di Johan ricorda molto quella di Ryan e in questo disco era presente un duetto straordinario insieme all’amico Israel Nash Gripka nel brano If I were to love you. A distanza di pochi mesi dall’uscita di questo gioiello, Johan decide di fare il salto definitivo, cambia il suo nome, attraversa l’Oceano e realizza un nuovo album intenso che da un punto di vista musicale non segna assolutamente una rottura col passato, ma porta a compimento il percorso che già aveva iniziato. Idiot’s Hill conferma la straordinaria abilità di scrittura di questo autore svedese capace di costruire canzoni in bilico tra folk e pop che una volta entrate nelle orecchie degli ascoltatori non ne usciranno più. Gli arrangiamenti delicati con archi, fiati, violini e chitarre contribuiscono a rendere ancora più armoniose queste bellissime canzoni.
Richard Lindgren presenterà il suo nuovo disco Sundown on a Lemontree registrato dal vivo in soli due giorni a Malmo. La maggior parte di queste canzoni sono state scritte mentre in tour in Italia lo scorso marzo. E’ stato un momento di grandissima ispirazione. Commenta Richard. La produzione del disco è affidata a Magnus Norremberg, che aveva già collaborato con Lindgren per lo splendido doppio album A Man You Can Hate e che aggiunge venature jazz e notturne, soprattutto nell’uso del sassofono come controcanto in molte canzoni. Non mancano le ballate al pianoforte e l’inconfondibile graffiante voce di questo straordinario autore scandinavo. Sundown on a Lemontree è un disco meraviglioso impreziosito anche da alcune eclettiche cover che Lindgren propone dal vivo (o sotto la doccia, come dice lui), di Stephen Foster, Jimmie Rogers, Dean Martin e del traditional irlandese Danny Boy.
Richard Lindgren si presenta così al pubblico italiano: …sono nato nel sud della Svezia mi sembra molto, molto tempo fa. Soprattutto sono nato con un’anima antica. Mentre tutti i miei amici ascoltavano l’heavy metal io ero attratto da Bob Dylan e Johnny Cash e la cosa era abbastanza strana dove sono cresciuto. Ho iniziato a suonare la chitarra e il pianoforte da autodidatta ascoltando le canzoni sui dischi e cercando da solo gli accordi. Ho suonato in un paio di band ma ho sempre sentito di essere un cantautore solista. Ho iniziato nei piccoli club e intorno ai 16 anni sono arrivate le mie prime canzoni. Se qualcuno mi chiedesse di cosa parlano le mie canzoni risponderei una riflessione sulle variazioni dei desideri dell’uomo, l’alienazione, il dolore e la felicità sperando però che l’ascoltatore possa ritrovare in esse anche il mio senso dell’umorismo. In questi giorni ascolto molto blues, Mississippi John Hurt e Lightin’ Hopkins, e country, Hank Williams e il grandissimo Townes Van Zandt. Dylan, naturalmente, non mi ha mai abbandonato. Ho passato quasi tutta la mia vita on the road, suonando da solo o accompagnato da una band e altre volte a supporto di artisti come Ryan Adams, Mary Gauthier, Dr John e John Hiatt…
Questo invece è ciò che Mary Gauthier dice di lui: …le canzoni di Richard Lindgren colpiscono il mio cuore in modo profondo, è uno spirito affine al mio. Il dolore, il desiderio, la rabbia, l’ironia, la volontà di raggiungere sempre qualcosa di più esprime tutti questi sentimenti in modo meraviglioso nel suo album A man you can hate, un incredibile campionario di canzoni, emozioni umane, sguardi nell’anima inquieta di un artista. Ci ha donato un regalo onesto, il miglior regalo che un artista possa donare. Ci ha donato sé stesso…
Al FolkClub Basko Believes (chitarra e voce) contro Richard Lindgren (chitarra e voce), se ne ascolteranno delle belle!