LUCIA DE CARVALHO (Angola, BRA, F)

Live

Ingresso: 25,00€
Minori di 30 anni: 13€ (regolamento sconti)

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Prezzo: 5,00€

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L’arte di radicare la luce

Lúcia De Carvalho: voce e percussioni
Christophe Negrit: percussioni e voce
Edouard Heilbronn: chitarra e voce
Victor Pitoiset: basso e chitarra
Lúcia de Carvalho è un'alchimista, una ricercatrice di senso, un’accenditrice di essenze. La sua voce trasmette vibrazioni che guariscono e trasformano; il suo tamburo parla la voce degli antenati, invitandoci a riconnetterci con il nostro io più profondo. Voce e ritmo si uniscono, al servizio della bellezza, che ci abita e che ci circonda. Per chi è pronto a prendere il largo e salpare, il suo universo ibrido agisce come un faro, invitando a mantenere la rotta nonostante i venti e le maree. Tutto è lì. Tutto quello che dobbiamo fare è salire a bordo e lasciarci andare. La piccola Lúcia, nata a Luanda (Angola), non aveva certo idea degli imprevedibili colpi di scena che il destino aveva in serbo per lei, mentre ascoltava sua madre cantare per alleviare il peso delle lunghe giornate passate a crescere le sue cinque figlie. Quando partì per il Portogallo, sua madre portò con sé le sue tre figlie più piccole. Mentre lei cercava lavoro, le figlie trascorrevano le giornate in un centro di accoglienza, per lo più per bambini africani. Lúcia ha trascorso lì anni meravigliosi, tra giochi, canzoni e le donne che si occupavano di lei e delle sue sorelle. Aveva 12 anni quando le fu comunicato che insieme alle sue due sorelle sarebbe andata a vivere con una famiglia adottiva in Francia. Fu così che finì a Meistratzheim, piccolo villaggio dell'Alsazia, al quale Lúcia si adattò rapidamente, anche se le mancava terribilmente la madre rimasta in Portogallo. Non aveva nessuna intenzione di dimenticare le sue radici africane. Radici che rispuntarono in modo del tutto inatteso quando la musica brasiliana -cugina di quella angolana- venne a far visita a Lúcia proprio a Meistratzheim, per opera del gruppo Som Brasil, con il quale Lúcia muoverà i suoi primi passi musicali passando, in 10 anni di sodalizio, da corista a cantante principale e dalla danza alla batteria. Nel 2008 decide di intraprendere una carriera solista, scrivendo le sue canzoni. Tre anni dopo, il suo primo EP “Ao descubrir o mundo” rivela la sua passione per il ritmo, i suoi amori brasiliani e il desiderio di far viaggiare questo patrimonio conferendogli un sapore rock e reggae. “Quem Sou? Chi sono?" si chiede in una delle canzoni. La domanda tormenta colei che oscilla tra la Francia, le sue origini angolane e la terra promessa brasiliana. Poi incontra Edouard Heilbronn, giovane bassista alsaziano reduce da quasi tre anni di viaggio dall'altra parte del mondo, terminato con un lungo soggiorno nella città di tutti i ritmi: Salvador de Bahia. E accade quel che era scritto che accadesse: iniziano a condividere vita e musica, lavorano insieme alle loro composizioni offrendo al pubblico tutta l'energia radiosa e positiva di Lúcia. Poi, con la demo di un nuovo album tra le mani, partono per un lungo viaggio tanto musicale quanto iniziatico, passando per il Brasile e l'Angola. “Kuzola” ("Amore" in lingua kimbundu) è il nome dell'album, pubblicato nel 2016, che scaturisce da questo viaggio, ma è anche un documentario sensibile e commovente, che ripercorre la ricerca di Lúcia delle sue radici, offrendo le sue risposte alle domande sulla sua identità: "le radici sono l'Angola, lo stelo è il Portogallo, il fiore è il Brasile e la Francia è il terreno che permette a questo fiore di crescere".
Se “Kuzola” era una ricerca incentrata sul significato, nel suo ultimo album la ricerca è per l'essenza. Registrato e mixato negli studi Ferber a Parigi da Jean Lamoot, “Pwanga” (“Luce”) è per Lúcia l'occasione per avventurarsi in territori inesplorati, ancora in simbiosi con Edouard. L'Africa -e naturalmente il Brasile- sono ancora lì, come il cuore di questa donna, che vive e compone con un battito di tamburo, trovando testi, melodie e ritmo nello stesso slancio. Un diamante grezzo che il suo partner lucida, arricchendolo di armonie e immagini sonore che trasformano tanti momenti del disco in veri e propri filmati di viaggio. Altri importanti collaboratori di questo luminoso repertorio sono l'illustre cantante brasiliano Chico César, la potente e calda voce della cantante Anna Tréa, e due veterani della musica angolana: il percussionista Galiano Neto e il produttore-chitarrista Betinho Feijo, noti per il loro lungo lavoro a fianco del grande Bonga Kwenda. Mentre il virtuoso Zé Luis Nascimento (Mayra Andrade, Ayo, Cesaria Evora) è riuscito a sublimare l'essenza di ogni brano con il suo originale e vario vocabolario di percussioni brasiliane, orientali e occidentali. In “Pwanga” Lúcia ci trasporta in Oriente, flirtando con i colori dell'Europa e dell'Asia centrale con voci che si avvicinano ai voli mistici della musica qawwali; ci immerge in canti dai toni gospel, preghiere intime di chi ha trovato pace nel cuore, lontano dai dolori e dalle rotture del mondo; ci suggestiona con musicisti gnawa, dal Marocco, ispirando il colore di Saeli, un nome cullato da caldi e sabbiosi venti, un’ode alla bellezza della nascita del primogenito; canta in Chokwe (una lingua parlata in Congo, Angola e Zambia) il lavoro, la fatica, la forza e i sogni delle donne contadine di Huambo, nel cuore dell'Angola... una cara amica di Lúcia ha lavorato con loro, incoraggiandole a scrivere poesie in lode di se stesse come mezzo per ricostruire la loro autostima. "Attraverso la lotta, attraverso la tenerezza, Dio mi ha reso forte", dice una di loro. "Ci sono quelli che ci odiano, o che ci vedono deboli, ma in me c'è una forza che porta tutta l'umanità". Ingrandite dalla voce di Lúcia, queste poesie proclamano il potere luminoso di quelle donne. Mentre si riuniscono per l'ultima foto, viene chiesto loro: "Pangwa ni Puy?" ("Luce o tenebre?"). Proprio come quelle donne, “Pwanga” associa la dolcezza alla potenza, il significato all'essenza, la luce alle radici profonde di un albero nato in Africa, i cui rami abbracciano il mondo, i cui fiori appaiono come canzoni. Ci ha messo un po' a capirlo, ma il suo stesso nome proclama la sua vocazione e lo ha fatto fin dall'inizio. Lúcia, 'luce'; di Carvalho, 'la quercia' in portoghese: la forza dell'albero. Una rivelazione che bene illustra la sua ricerca poetica e umana: "radicare la luce".

https://www.luciadecarvalho.com/

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