Ingresso: 25,00€
Minori di 30 anni: 13€ (regolamento sconti)
Prezzo: 5,00€
Antonio Faraò: pianoforte
Carlo Bavetta: contrabbasso
Pasquale Fiore: batteria
Autentica punta di diamante del panorama jazz internazionale, Antonio Faraò è da inserire senza dubbio fra i musicisti europei che hanno raggiunto uno standard espressivo al livello degli americani. Il suo stile è inconfondibile: straordinaria brillantezza tecnica unita a un’impetuosa carica emotiva, condita da una notevole vena compositiva e da un travolgente senso ritmico. Romano, classe ’65, è nato in una famiglia dalle radici musicali ben salde (la mamma, nota pittrice e poetessa, e il padre, batterista jazz). La carriera solistica di Antonio Faraò è ricca di successi sin dagli esordi. Da ricordare la vittoria, ottenuta nel 1991 nella categoria "Nuovi Talenti", al referendum indetto dalla rivista Musica Jazz. Sarebbe troppo lungo elencare le prestigiose collaborazioni del pianista nei suoi quarant'anni di carriera. Basti qui citare, in elenco sparso: Jack Dejohnette, Chris Potter, Franco Ambrosetti, Daniel Humair, Gary Bartz, Lee Konitz, Steve Grossman, Billy Cobham, Mike Clark, Bireli Lagrène, Dennis Chambers, Claudio Fasoli, André Ceccarelli, Ivan Lins, Jeff “Tain” Watts, Ira Coleman, Benny Golson, Von Freeman, Chico Freeman, Miroslav Vitous, John Abercrombie, Didier Lockwood, Giovanni Tommaso, Billy Hart, Lenny White, Eddie Gomez, Bob Berg, Joe Lovano, Dave Liebman, Wayne Shorter, Johnny Griffin, Richard Galliano, Al Jarreau, Marcus Miller, Kurt Elling, Branford Marsalis, Charles Tolliver, Toots Thielemans, Christian McBride, George Garzone... e, tra i protagonisti della musica leggera, la grande Mina. Nel 1998 riceve il più prestigioso dei riconoscimenti: il Primo Premio al "Concorso Internazionale Piano Jazz Martial Solal", indetto dalla Città di Parigi ogni 10 anni. Un evento che lancia Faraò ancora più intensamente nei circuiti europei della musica contemporanea. Realizza 4 dischi per l’etichetta italiana Cam Record: “Far out” in quartetto con Bob Berg, e con le sue formazioni in trio “Encore”, “Takes on Pasolini” e “Woman’s Perfume”. Nel 1999 registra come leader “Black Inside”, insieme a Ira Coleman e Jeff ‘Tain’ Watts per l'importante etichetta tedesca Enja Records, e nel 2000 con Joe Lovano un album con il quintetto di Giovanni Tommaso, oltre a esibirsi al North Sea Jazz Festival in Olanda, e con Jack Dejohnette firma l’album “Thorn”, co-prodotto dallo stesso Jack, al quale prendono parte anche Chris Potter e Drew Gress. Nel 2010 firma l’album “Domi” con l’etichetta francese Cristal Record prodotto da Jando Music con Darryl Hall al contrabbasso e André Ceccarelli alla batteria. Il suo album “Evan” (2012 Cristal/JandoMusic) si fregia di un cast stellare, musicisti che Antonio conosce bene da anni e con i quali ha già collaborato e inciso. Nel 2015, registra “Boundaries” in quartetto con Universal Verve Italia. Nel 2017 esce il suo album “Eklektik” (Warner Music) con diversi featuring internazionali: Snoop Dogg, Marcus Miller, Bireli Lagrène, l’attore hollywoodiano Robert Davi e molti altri. Nel 2015 a Parigi e nel 2018 a St. Petersburg, Antonio partecipa all’International Jazz Day, evento mondiale del jazz, organizzato dall’Unesco e dalle Nazioni Unite insieme a Herbie Hancock, dove si esibisce con Wayne Shorter, Marcus Miller, Al Jarreau, Kurt Elling, Brandford Marsalis, Terri Lyne Carrington… Nel 2019 riceve a Parigi, dai membri della SACEM (Società Autori Compositori e Editori di Musica, la SIAE francese) il premio ACEG come miglior pianista. Nel 2019 l’album “Asta” (Bonsai) lo vede come co-leader assieme a altri grandi jazzisti francesi: André Ceccarelli, Sylvain Beuf e Thomas Bramerie. Nel 2020 Antonio registra due nuovi arrangiamenti in duo con la pop star internazionale Sananda Maitreya per celebrare il genio di Duke Ellington. La collaborazione con Maitreya si estende al 2021, in occasione della registrazione del brano "Pandora's Plight" nel nuovo album di Sananda "Pandora's PlayHouse", pubblicato a marzo 2021.
Per Antonio Faraò "…la musica è emozione: se riesco a emozionare chi mi sta ascoltando, lo percepisco e mi commuovo io stesso, so che ho dato qualcosa a chi mi ascolta, che poi mi ritorna”. "Il jazz va respirato, dev’essere virale dentro di te. Insomma, non bisogna suonare per mostrare quanto sei bravo, ma perché ami quello che fai. È una missione…”.
“Non mi capita spesso di essere sorpreso da registrazioni di musicisti, come lo sono stato quando per la prima volta ascoltai uno degli ultimi CD di Antonio Faraò. Ciò che mi ha colpito è stata la sensazione che ho sentito dentro di me. C'è talmente tanto calore, convinzione e grinta nel suo modo di suonare. Mi ha immediatamente attratto la sua concezione armonica, la gioia dei suoi ritmi e il suo senso di swing, la grazia e il candore delle sue linee melodiche improvvisate. Antonio non è solo un ottimo pianista: è un grande” (Herbie Hancock)