ACCORDEON MON AMOUR

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Incontro di fisarmoniche e altri strabilianti aggeggi sonori della montagna 

Come è tradizione da 25 anni, l’ultima serata dell’anno al FolkClub, l’ultima prima di Natale, è una serata particolare. In alcuni anni la scelta cade su amici speciali vecchi o nuovi (ricordiamo negli ultimi anni Gianmaria Testa, Luca Barbarossa, Rossana Casale, la straordinaria serata dedicata a Moustaki) nella classica forma del concerto; in altri anni, invece, ci piace ricreare al FolkClub l’atmosfera delle veglie popolari di una volta (è il caso dei concerti natalizi con Coro Bajolese, Maggie Macinnes e Flora MacNeil, Fanfara delle Valli di Lanzo, Assurd lo scorso anno), che spesso avevano luogo nella stalla per ragioni prettamente termiche, dove si cantavano storie e si raccontavano canzoni, o viceversa. Quest’anno torniamo decisamente sul secondo tipo, sulla musica popolare più vera e legata alle radici, verso una fruizione musicale comunitaria che rimanda a quando la musica aveva una funzione sociale ben più forte e profonda di quanto non abbia in questi tempi di mercificazione. Sono ormai passati tre anni da Vallée d’accordéons, la splendida serata che organizzammo poco prima del Natale 2012 su sollecitazione e con l’apporto fondamentale della famiglia Boniface di Aymavilles, che in Valle d’Aosta conduce un lavoro impagabile di cura, conservazione e rinnovamento della tradizione popolare, anche, ma non solo, sotto il nome di Trouveur valdoten. E a tre anni di distanza ci è venuta voglia di ripetere qualcosa di simile. Ma lasciamo la parola a loro, ai Boniface (Sandro, Vincent, Rhemy e Lilliana) per raccontare quello che succederà al FolkClub il 19 dicembre.

Sin dalla sua invenzione, all’inizio dell’800, la fisarmonica è la fonte da cui sgorga la festa, la musica, il ballo. Questo moderno strumento, nella sua versione cromatica o in quella più antica diatonica è al centro di uno spettacolo di musica tramandata oralmente tra gli “amanti” di questa scatola del vento. Vento che porta le note, le cambia e puntualmente riesce nell’intento di raggiungere l’anima della gente per portarla da qualche altra parte. Per il secondo anno questo spettacolo ha sede sul palchettino del FolkClub di Torino e raggruppa alcuni musicisti della Valle d’Aosta, terra fertile di fise e di voci, che sveleranno al pubblico la fratellanza tra le musiche delle Alpi con quelle degli Appennini. Ospiti d’eccezione saranno il Piffero delle Quattro Province, fedele compagno delle notti di monferrine, polche, valzer e Gutturnio nelle aie e nelle osterie dove prima era la Müsa ad accompagnarlo, prima che arrivasse “lei”, con quei colori che facevano sognare la “Merica”. Il suono delle ance libere nascoste dentro a questi scrigni, ora di legno, ora di chissà quale lega plastica ingegnosa, si farà da parte per lasciare lo spazio ai Violons Volants, ensemble violinistico popolare che divulga antiche melodie provenienti del nord Italia e dagli altri versanti delle Alpi. Chi rimarrà sino all’ultima nota terminerà la festa assieme ai musici per degustare i prodotti che normalmente li affiancano durante le loro suonate, tra affettati, formaggi e vino. Così che forse tornerà ancora la voglia di aprire le custodie e concedersi un ultimo gesto di sfrenata passione per lui, l’”accordéon mon amour”.