MAX MANFREDI

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Entrance: 20.00€
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Presenta il nuovo album Dremong

Il particolare rapporto di affetto e stima reciproca che lega Max e il FolkClub è noto ai nostri soci. Siamo convinti da molti anni che Max rappresenti ciò che di meglio la canzone d'autore italiana ha saputo esprimere negli ultimi vent'anni. Non potevamo quindi, per nessun motivo, lasciarci sfuggire l'occasione di presentare il nuovo CD di Max, che arriva a quasi 6 anni dal suo celebratissimo e meraviglioso album della consacrazione, Luna persa.

Al momento in cui scriviamo il nuovo disco è ancora in lavorazione con il titolo provvisorio di Max Manfredi e Dremong. Un nome esotico, potrebbe quasi essere quello di un gruppo prog degli anni 70, e invece è l'orso tibetano che ha dato origine alla leggenda dello yeti, totem e mascotte del disco, presenza atavica minacciosa e pelouche. Aspetti contrastanti che corrispondono alla natura del disco, sospeso tra la confidenza e la rabbia, echi tradizionali e prog, con repentine sbandate verso tango, rebetiko, rock. Un disco che è al tempo stesso fuga (dal luogo comune) e ritorno (a un artigianato lirico sorprendente), nella ostinata convinzione che valga ancora la pena dire in musica e fare canzoni rare.

Per l'occasione Max è accompagnato da musicisti eccezionali per tecnica e passione, una band innamorata dei suoni degli anni Settanta e di strumenti tradizionali rari e preziosi, come il gu-qin cinese, l'autoharp, e il glockenspiel.

Genovese, cultore e ricercatore di musica tradizionale, particolarmente appassionato alla canzone dei trovatori medievali, Max è un raro esempio di produttore di canzone d'autore di qualità garantita, raffinato alchimista di un'indovinata miscela di musica, poesia e fantasia, uno che ama curare liricamente il linguaggio, insomma: un atipico della canzone contemporanea. Nel 1990 vince il premio Città di Recanati con la canzone Via G.Byron, poeta e la Targa Tenco per la migliore opera prima con Le parole del gatto. Nel 1994 pubblica il secondo album, Max, a cui partecipa Fabrizio De Andrè (lapidario il giudizio del grande Faber su Max “è il più bravo”) nel brano La Fiera della Maddalena. Nel 1999 va in scena con successo lo spettacolo teatrale e musicale La Leggenda del Santo Cantautore al Teatro Modena di Genova. Nel 2000 scrive Azulejos, cantata corale per la chiusura della Festa della Musica di Genova e l'anno successivo pubblica il nuovo album L'intagliatore di santi. A gennaio 2004, Max esordisce al FolkClub, in occasione di un concerto di raccolta fondi a favore del condannato alla pena di morte John Alba nello stato del Texas, vi ritorna alla fine dello stesso anno, nel 2006 e nel 2008, quando partecipa anche al concerto del Teatro Regio per il Ventennale del club. Ed è nello stesso 2008 che esce Luna Persa, l'album della sua definitiva consacrazione nel pantheon della canzone d'autore, che ottiene nel 2009 la Targa Tenco come miglior disco dell'anno. Quel successo è festeggiato in un memorabile concerto al FolkClub nel gennaio 2010, con la partecipazione di numerosi artisti che rendono così omaggio a Max. L'ultima sua apparizione al FolkClub risale al novembre 2011 per un acclamato progetto speciale con il trombettista torinese Giorgio Li Calzi.

Al FolkClub Max suonerà la sua nuovissima chitarra Zontini “Papier Maché", costruita in legno e cartapesta, con lui Matteo Nahum (chitarre e glockenspiel), Fabrizio Ugas (chitarra classica e laud), Federico Bagnasco (contrabbasso) ed Elisa Montaldo (tastiere e pianoforte).