CHELSEA HOTEL con MASSIMO COTTO, MAURO ERMANNO GIOVANARDI e MATTEO CURALLO

Live

Entrance: 30.00€
Young under 30: 15€ (discount rules)

Streaming

L'epopea di un luogo cult di musica e letteratura
EVENTO ECCEZIONALE

Non siamo più nella stagione del venticinquesimo compleanno, ma il gusto per le “follie” ci è rimasto, ed è certamente una “follia” ospitare sul palco del FolkClub uno spettacolo nato per i grandi palcoscenici dei teatri. Ma l'occasione (quella dell'uscita del libro-disco dedicato allo spettacolo) era troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire e l'”inadeguatezza” logistica ci pare ampiamente controbilanciata dalla “sintonia ideale”: dove, se non al FolkClub, presentare uno spettacolo che parla di Bob Dylan, Janis Joplin, Leonard Cohen, Patty Smith, Edith Piaf e lo fa con la voce narrante di Massimo Cotto, la voce cantante di Mauro Ermanno Giovanardi e gli strumenti di Matteo Curallo?

Sono passati tutti da lì. Ci hanno vissuto a lungo, come fosse un rifugio e non solo un hotel sulla 23esima strada, a New York. E poi hanno ricordato il loro passaggio in mille libri, film e canzoni. Al Chelsea Hotel Bob Dylan ha scritto Sad Eyed Lady Of The Lowlands e Sara, Leonard Cohen e Janis Joplin hanno consumato una breve storia di sesso e amore poi raccontata in Chelsea Hotel #2. Nico dei Velvet Underground ne ha cantato l’epopea in Chelsea Girl, Jon Bon Jovi le solitudini in Midnight In Chelsea, i Jefferson Airplane le settimane in Third Week In The Chelsea. Al Chelsea Arthur C. Clark ha scritto 2001: Odissea nello spazio, Ginsberg e Corso hanno dato fuoco alle polveri beat. Nella stanza numero 100 Sid Vicious ha accoltellato Nancy Spungen, nella 205 è collassato Dylan Thomas pochi giorni prima di morire, nella 822 Madonna ha scattato le fotografie di Sex. Qui Jack Kerouac ha scritto in tre soli giorni, imbottito di dexedrina, su rotoli di carta igienica, la prima stesura di Sulla strada. Al Chelsea hanno vissuto Patti Smith, Mapplethorpe, Iggy Pop, Bukowski, Burroughs, Arthur Miller, Tennessee Williams, Kubrick, Jane Fonda, Dennis Hopper, Hendrix, i Grateful Dead, Edith Piaf, Dee Dee Ramone.
La lista non finisce qui, ma qui inizia un’idea: raccontare le molte storie che si sono consumate all’interno del Chelsea Hotel per ricreare il grande affresco. Uno spettacolo che è narrazione e canto, affabulazione e commozione. Un uomo che racconta e un artista che canta. Le parole della narrazione evocano un quadro, la musica e la voce ne garantiscono la cornice. A metà tra spettacolo e concerto: un viaggio per ricordare.

Sul palco ci sono un giornalista narratore, Massimo Cotto, voce storica delle radio italiane, nonché uno dei massimi esperti della storia del rock; un cantante, Mauro Ermanno Giovanardi, il Joe dei La Crus, l’interprete di “Io confesso” che è stato un successo di Sanremo 2011 e ora impegnato, come in una seconda giovinezza, con il bel progetto dei Sinfonica Honolulu (presentato a Maison Musique qualche mese fa); e un chitarrista-pianista, Matteo Curallo, musicista capace, autore, tra le altre cose, della colonna sonora dell’esordio cinematografico di Simone Gandolfo Cose cattive (2013). Passando di stanza in stanza, guidati da Massimo Cotto, si raccontano le storie di chi ha contribuito a scrivere la storia della cultura pop novecentesca, quella della musica, ma non solo. Alternano il racconto le canzoni, delle quali Mauro Ermanno Giovanardi e Matteo Curallo sono interpreti originalissimi: da Chelsea Hotel #2 di Leonard Cohen a Femme Fatale di Lou Reed, da La vie en rose fino a sconfinare su Albergo a ore di Herbert Pagani e Il vino di Piero Ciampi (uno dei pochi citati nello spettacolo che al Chelsea non sono stati, ma che viene evocato per “affinità alcolica”).