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Brave Ragazze

Nel 1952 Anna Banti scrive il racconto Le donne muoiono per parlarci di memoria, di immortalità e di donne; è ambientato in un futuro lontanissimo in cui, a causa di un morbo chiamato “seconda memoria”, gli uomini non muoiono e ricordano le loro precedenti vite, mentre le donne sono condannate a vivere soltanto una vita, senza conservarne memoria. Tra gli uomini e le donne aumenta la distanza, cresce una differenza. Gli uomini la imputano all’antico pregiudizio del “poco cervello delle donne” e fanno presto a meno di loro. Mentre le donne si rifugiano in comunità isolate dove, certe della loro morte, si dedicano all’arte, alla poesia, alla musica, facendo tesoro di ogni attimo terreno. Una mattina d’estate una musicista trentenne, Agnese, vive una strana esperienza. È sicura di avere conquistato la seconda memoria e fugge dall’istituto che la ospita. Dopo una settimana passata a riflettere in solitudine, ritorna dalle sue compagne e si suicida dopo aver consegnato a un’amica il diario “della sua straordinaria avventura”.
Dalla lettura di questo racconto è nato Brave Ragazze e la voglia di scavare e recuperare storie straordinarie che hanno ancora bisogno di essere raccontate; canzoni come fili spezzati che non hanno avuto il tempo di annodarsi saldamente alla nostra memoria. Perché le storie delle donne si estinguono con la loro vita; hanno lo stoppino corto, la fiammella resiste per un po’ e poi… puff... si spegne al primo soffio di vento. Brave Ragazze è come due mani giunte, che proteggono quella fiammella e l’aiutano a resistere al soffio del tempo; è una raccolta di undici brani, di cui sette sono rielaborazioni di classici della tradizione del sud Italia (Me voi pe te, Connola senza mamma, Ferma zitella, Vulumbrella) e traduzioni di brani provenienti dall’ area Mediterranea e Latina (Milonga con sauce, Gran tirana e Maldigo del alto cielo). La scelta è stata dettata dalla loro straordinaria musicalità, dalla profondità dei testi, ma soprattutto dall’ espressione di un punto di vista femminile, indomabile e coraggioso (brave, appunto). Donne protagoniste di grandi successi e solitudini, che fanno parte della nostra musica e della nostra cultura. 
La prima tra le Brave Ragazze è Gabriella Ferri, la giovane di testaccio che diventa Mamma Roma, ironica e sofferente. Una storia che va dal folklore, alle notti brave di New York, dalla televisione, a un rapporto difficile con la musica e col pubblico. Una storia che finisce con un volo dalla balaustra di casa. 
Gabriella aveva cantato in italiano Gracias a la vida di Violeta Parra, un’altra di queste Brave ragazze. Un’artista gigante, che conosceva il sacrificio e la passione. Prima artista sudamericana a esporre al Louvre, Violeta ha sentito la vita dentro, così tanto da decidere di abbandonarla troppo presto, lasciando un patrimonio di canzoni meravigliose e senza tempo.
Poi c’è La Lupe, l’artista cubana con el diablo en el cuerpo, amata da Hemingway, Tennessee Williams, Jean-Paul Sartre, Marlon Brando. Nella sua vita c’è l’esilio, qualcuno dice le droghe, l’alcool e una profonda fede religiosa nella Santeria. Ebbe un grande successo in America, poi l’oblio, la sedia a rotelle, la vita da senza tetto e una crociata evangelica.
Leda Valladares, invece, è la cantante ricercatrice del Tucuman che, con il suo registratore, raccolse per valli e strade canzoni antiche, urla solitarie e riti che andavano via via scomparendo. Instancabile e coraggiosa, attraversò una dittatura, insegnò la musica ai bambini e lavorò sulla tutela della memoria. L’ironia macabra della sorte la condannò a finire i suoi giorni in una clinica per malati di Alzheimer. Senza più ricordi.
Completamente diversa fu, invece, la storia di Gilda Mignonette. Lei era una diva vera, la Regina degli emigranti, la più famosa cantante napoletana d’America. Dai Cafè-chantant di Napoli, alla più struggente e drammatica canzone migrante. La sua musica fu dichiarata sovversiva dall’FBI e le fu impedito di incidere dischi per ben 7 anni. Morì in mare, durante la traversata da New York a Napoli, dopo aver espresso il desiderio di morire nella propria amata città natale. Sul certificato di morte vennero riportate le coordinate del punto in cui si spense. Migrante per sempre.
Il cuore del progetto infine, è rappresentato dai quattro brani inediti - Maddalena, Voccamara, Furtunata e Malemaritate - firmati da Flo e dal polistrumentista Michele Maione, che raccontano della donna nata maschio, di quella ferita che ironizza vendicativa, della madre adottiva e della prostituta.
A quattro anni di distanza dal bellissimo album esordio, a due anni dal suo secondo album presentato sul nostro palco nell’aprile del 2017 e dopo il suo terzo, acclamato disco, la strepitosa voce partenopea torna al FolkClub accompagnata alla chitarra classica da Cristiano Califano e dal polistrumentista Michele Maione.

Flo. Cantautrice, autrice, attrice di teatro e imprevedibile entertainer, ha debuttato giovanissima nel mondo del teatro musicale, sotto l’egida di Claudio Mattone. Nel 2014 esce in Europa il suo primo disco D’Amore e di altre cose irreversibili che, accolto con grande entusiasmo dalla critica e dal pubblico, otterrà alcuni tra i più importanti riconoscimenti italiani (Premio Musicultura 2014, Premio Radio Rai 1 per la Migliore musica a Musicultura 2014, Premio Assoluto Andrea Parodi 2014, Migliore musica al Premio Parodi 2014, Miglior arrangiamento al Premio Parodi 2014). A due anni di distanza incide Il Mese del Rosario (Miglior testo al premio Bianca d’Aponte 2014, Premio Musicultura 2015, tra i candidati alle Targhe Tenco nelle categorie Miglior disco dell'anno e Miglior canzone). Nel 2018 esce il suo terzo disco La Mentirosa, orchestrato da Daniele Sepe, che la consacra anche a livello internazionale tra le più raffinate cantautrici della cosiddetta World Music d’Autore. Alcuni tra i più importanti giornali musicali d’Europa (fRoots, Songlines etc…), hanno scritto di Flo come di un’artista dallo stile unico, dal linguaggio ricco di riferimenti eppure inedito. Le sue performance sono un sorprendente miscuglio ritmico e coinvolgente, in cui c’è distensione melodica e improvvisazione, c’è una prospettiva femminile, talvolta gentile, talvolta selvaggia; c’è forza, mistero, leggerezza ed emozione. Ha inciso e condiviso il palco con Stefano Bollani, Paolo Fresu, Daniele Sepe, Enrico Rava, Jorge Hernandez, Vincenzo Zitello, Elena Ledda e molti altri. In teatro è stata protagonista di spettacoli musicali e di prosa, diretta da registi come Alfredo Arias, Mimmo Borrelli, Davide Iodice, Massimo Luconi, Claudio Mattone e Gino Landi. Nel suo percorso artistico ha realizzato colonne sonore per il cinema e per il teatro, ha condotto un ciclo di puntate dedicate alla musica per la radiotelevisione svizzera, partecipato a diversi documentari per la Deutschlandfunk Kultur e pubblicato numerosi articoli di costume. Per Flo musica, teatro, scrittura sono soltanto modi diversi di raccontare sé stessi e la vita; non esistono barriere se non per essere travalicate.

Cristiano Califano. Studia chitarra classica sotto la guida del maestro Eduardo Caliendo diplomandosi nel 1995. Si perfeziona sotto la guida del maestro Aniello Desiderio con il quale suona in una breve tournée del concerto Passione napoletana in Olanda e Germania. Ha tenuto concerti come solista per diverse manifestazioni tra cui i festival 'Chitarre a Napoli' e 'Maggio dei monumenti' e il concerto su Garcia Lorca con il coro Amarcanto nelle stagioni teatrali di Ravenna e Rimini. Dal 1998 suona in diverse formazioni di musica tradizionale e non, collaborando con diversi artisti del panorama nazionale quali Mauro Di Domenico, Pietrarsa, Chilli Band, Massimo Ranieri (Tour Nun’è acqua - Italia, Canada, Stati Uniti), Eugenio Bennato (tour in Australia), Raffaello Simeoni, Lucilla Galeazzi, Yasemin Sannino, Angel Parra, Badarà Sek, Canio Loguercio, Evelina Meghnagi e tanti altri. Dal 2009 fa parte dell’Orchestra Popolare Italiana diretta da Ambrogio Sparagna con la quale partecipa a numerosi festival in Italia quali Ravenna Festival, Ravello festival, Vomex, Umbria Jazz, 'Luglio suona bene' (auditorium parco della musica di Roma) e all’estero in Messico, Brasile, Libia, Iraq, Russia, Kazakistan oltre che in Europa con ospiti quali Ron, Paola Turci, Francesco di Giacomo, Massimo Popolizio, Francesco de Gregori (tour Vola vola vola) e Peppe Servillo, con il quale ha in attivo uno spettacolo in trio Amore non amore con lo scrittore Franco Marcoaldi.

Michele Maione. Percussionista, polistrumentista, nato nel 1985. Diplomato in strumenti a percussione al Conservatorio di Salerno e specializzato nei tamburi a cornice della tradizione del Sud Italia e in generale del Mediterraneo, ha partecipato a festival di musica etnica internazionali come “La notte della Taranta', Carpino Folk Festival, Toronto Taranta Festival ed altri, suonando con i grandi maestri della tradizione, tra cui Giovanni Coffarelli. Ha collaborato e collabora sia in studio che live con Gigi D’Alessio, Lina Sastri, Daniele Sepe, Mbarka Ben Taleb e tanti altri. Vanta all'attivo collaborazioni importanti in ambito teatrale come musicista di scena con Massimo Ranieri, Maurizio Scaparro, Bruno Garofalo, Gino Landi, Mariano Rigillo e altri. Ha pubblicato il video didattico Tammurrianti vol 1 (metodo pratico per tammorra e tamburello). Tiene laboratori e seminari sui tamburi a cornice in giro per l'Italia.
http://www.flo-official.com/