CARLO PESTELLI

Live

Ingresso: 18,00€
Minori di 30 anni: 9€ (regolamento sconti)

Streaming

Prezzo: 5,00€

Aperto per ferie

Carlo si appassiona alla chitarra fin dalla prima media, che è quando inizia a imparare a suonarla. A quattordici anni aveva già un primo gruppo formato con amici di scuola: spaziavano tra Springsteen, De Andrè, Beatles e Pino Daniele. Poi la scoperta di Guccini e soprattutto la scoperta del teatro canzone di Giorgio Gaber hanno fatto il resto. E il resto sono le amicizie con Fausto Amodei, Alberto Cesa, Gianni Coscia, Claudio Lolli, Gian Maria Testa o più recentemente Beppe e Filippo Gambetta ed Elena Ledda. Da ognuno di loro Carlo ha osservato e imparato qualcosa. Inizia presto a scrivere canzoni e già con alcuni brani come Tarabas, ieri sera o la rapsodica Un po’ per Clelia e un po’ per celia, rivela uno stile molto ironico che negli ultimi anni lo ha portato alla ribalta di numerosi festival internazionali: Madame Guitar, Un paese a sei corde e in particolare MiTo-Settembre musica, dove si è esibito in tre diverse occasioni. Il suo disco d’esordio, del 2001, s’intitola Zeus ti vede: in quel periodo si esibisce in molti locali anche lontani da Torino. Dopo una lunga pausa in Spagna, dove è vissuto a Granada insegnando italiano, nel 2006 il teatro Piccolo Regio di Torino gli affida cinque serate a tema sulla storia italiana; è l’occasione per un fortunato ciclo di spettacoli a metà tra musica e teatro dove Carlo collabora e dialoga con diversi artisti (compresi Franco Fabbri, Morgan e il coro baiolese). Nel 2009 esce Un’ora d’aria, disco a cui hanno collaborato il chitarrista Alex ‘Kid’ Gariazzo per gli arrangiamenti e jazzisti di fama come Giorgio Li Calzi. Il disco fu presentato in anteprima proprio al FolkClub e ha venduto negli anni alcune migliaia di copie. Tra le attività più recenti si rilevano: l’EP di quattro brani intitolato Da quando conosco te (produzione artistica di Marco 'Benz' Gentile), alcuni concerti in Germania, la fondazione degli Ashville (gruppo folk con forti influenze bluegrass) e la scrittura di due spettacoli prodotti dal teatro Stabile di Torino: Note di un centromediano metodista (ispirato agli scritti sportivi di Luciano Bianciardi) e Ma la va diretta al Piave, incentrato sul repertorio canoro della Grande Guerra. Nel 2016 pubblica Bella ciao, libro sulla storia della celebre canzone popolare (con prefazione di Moni Ovadia) favorevolmente accolto da critica e pubblico. Dal 2017 è ideatore e direttore artistico della rassegna di musica acustica MusiCogne-Musiche di legno. Cosa farà/suonerà nel locale in cui esordì molti anni fa, quando aprì timidamente un concerto di John Renbourn? Si esibirà da solo o con alcuni ospiti? Di sicuro presenterà il suo ultimo e atteso lavoro discografico, Aperto per ferie. Prodotto artisticamente con l’amico Paolo Rigotto (batterista della Banda Elastica Pellizza nonché autore, compositore e produttore), l’album è una galleria di piccoli e intriganti bozzetti come Sotto il cielo di Olga, elegia notturna di Carol Rama e del suo studio di via Napione, o la graffiante Partita Iva, ironica perculazione del tempo presente. Ultima anticipazione sul disco in essere? Il viavai in studio di amici artisti che sono passati a lasciare orma del loro passaggio. Tra gli altri: Enzo Maolucci, Paolo Bonfanti, Federcio Marchesano e Valeria Tron.
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